Parchi di Pechino

11 agosto. È la terza notte che passo nell'appartamento di Pechino vicino alla Biblioteca nazionale. Uscendo dal recinto che è in comune con un albergo, un ristorante e altri edifici, oggi il portiere mi ha fatto un cenno di saluto e mi sono sentito riconosciuto come uno del posto. Ma non così sulle scale, perché i vicini evitano di salutarsi o anche solo di incrociare lo sguardo; a meno di non prendere l'iniziativa, come ho fatto oggi dirigendo un nihao a un uomo che si è affrettato a mugugnare una risposta tra i denti. Deve essere l'effetto della grande città che rende indifferenti, ma più probabilmente sono io a non essere del tutto in sintonia con la sua atmosfera e sono incerto su come comportarmi.

 

Ieri sera l'appartamento era particolarmente movimentato, ma sempre il flusso di ospiti che passa da questa casa è a dir poco stupefacente. Si può tranquillamente definire un porto di mare. Oggi sarà l'ultima giornata a Pechino e poi anche a me toccherà salpare, nonostante inizi ad affezionarmi e mi sia trovato a fantasticare immaginando una vita qui…

È una giornata di nebbia e scende anche una pioggerellina fine che non arriva a bagnare. Il parco del Tempio del cielo è una grande area verde occupata dagli edifici storici rituali e in particolare la massiccia pagoda in legno a pianta circolare. In epoca imperiale era luogo di culto per la propiziazione dei voleri divini e per il ringraziamento degli dei dopo i raccolti. Intorno, invece, c'è un parco moderno in cui i pechinesi si dedicano alle varie attività ricreative di cui ho già fatto esperienza.

Entrando, sono predisposto ad affrontare una visita seria in un luogo pervaso da raccoglimento religioso, ma a mia sorpresa e disappunto, giungono alle mie orecchie diverse melodie di dissacrante musica moderna. Mi sembra violata la pace che mi aspettavo di trovare. Tuttavia, osservando le persone in vari angoli del parco, capisco che non si distinguerà per l'atmosfera religiosa, ma qui certamente sto trovando un luogo dove la gente esprime tanta vitalità e gioia che non tarda a coinvolgermi.

Le scene sono divertenti e mi strappano il sorriso: un gruppo di donne in scarpe da tip-tap ballano in sincronia su una musica da discoteca, uomini si dedicano a esercizi ginnici alla sbarra o a corpo libero e c'è chi pratica yoga o distendimento muscolare. Altri si cimentano alla danza con il nastro in mezzo a pini bassi e contorti che popolano il parco e ne profumano l'aria in una lotta impari contro i fumi della città.

Un piatto di pasta riccamente condita all'aglio ha spezzato la mia fame. Così saziato, nel pomeriggio mi sono diretto al Tempio dei lama, centro del buddismo tibetano, ricco di belle decorazioni e notevole per l'enorme statua del Budda in uno dei padiglioni.