Vientiane

Vientiane non era come mi immaginavo. Se devo pensare a un momento che mi è rimasto caro, è sicuramente quel pomeriggio quando in bicicletta mi aggiravo per il reticolo di strade parallele al grande fiume e mi sono stupito per la concentrazione di templi con i loro tetti spioventi di colori vivaci che si innalzano nella luce abbagliante per l’umidità. Il sole faceva spiccare le decorazioni e avevo la sensazione di stare in un paese fatato e protetto dalla presenza di tante pagode, sospeso nel tempo ma anche nello spazio perché questi tetti dalle curve leggermente inclinate salgono oltre il culmine delle case e portano lo sguardo e l’anima in una dimensione più alta.

La immaginavo una città piuttosto insignificante, ma ha di che attizzare la mia curiosità anche dopo la faticosa discesa notturna da Phongsavanh. Ho trovato una pensione carina con una camera ampia e pulita. Ha una bella scaffalatura in legno che copre un’intera parete che però ha il difetto di non isolare i rumori dalla stanza accanto. E purtroppo dei maleducati israeliani, non infrequenti da trovare, mi hanno dato motivo di lamentarmi. Non solo con i diretti responsabili, ma con la stessa padrona dello stabilimento perché essere svegliato alle 4 del mattino mi ha lasciato il tempo di pensare a sangue freddo tutto quello che le dovevo dire. E con poche parole misurate, quasi sussurrate, le ho fatto arrivare un messaggio alquanto scocciato. Non le è rimasto che incassare il mio umore tremendo, profferendo un sottomesso Oui, al mio finale Entendu?

Accanto scorre il fiume, ma qui il letto è così ampio che lo si scorge solo dopo un’immensità di sabbie depositate verso l’argine, il quale è in questo momento interessato da grandi lavori di sistemazione che lo porteranno in futuro a essere un luogo ameno. Ora è piuttosto spartano, ma non spiacevole - soprattutto di sera. Verso il tramonto iniziano a montare le bancarelle dove si cucina il grosso pesce burro o carni alla griglia e tutta la varietà di piatti della cucina laotiana. È piacevole mangiare qui all’aperto nella luce fioca delle lampadine che pendono dai fili  tirati alla bell’e meglio e nella brezza notturna che non riesce a raffrescarsi pienamente.

La capitale del Laos è una città tranquilla e di dimensione modesta - non arriva a 300.000 abitanti. Questo fa sì che il traffico sulle belle strade lisciate di cemento non sia asfissiante né fastidioso e girare in bicicletta è per me una gioia e una soddisfazione. Per di più le distanze non sono certo impraticabili e riesco a fare ritorno, ovunque mi trovi, ai posti che ho eletto come riferimenti per i miei giorni qui: il mercato per uno splendido caffè al latte condensato che diventa anche la mia colazione; le bancarelle dei filoncini imbottiti di pâté di maiale; la stazione degli autobus per l’acqua fresca del distributore. Solitamente mi piace sperimentare cose e posti nuovi, ma qui provo il gusto di trovarmi a mio agio in una città che ho già fatto mia.

Visito i monumenti, le pagode, i mercati, gironzolo per i negozi e le librerie. Due giorni a Vientiane passano piacevolmente e li apprezzo tanto più che ormai sono alla chiusura di questo mese in Laos. Non mi sembra vero che l’itinerario di viaggio si sia concentrato su poche province del nord, invece di attraversare tutto il paese come avevo ipotizzato. Eppure quel colpo di testa, quando decisi di prendere la barca a monte invece che a valle, ha dato una svolta inaspettata ma interessante al viaggio. Senza di essa non avrei fatto l’esperienza della provincia di Phongsaly e soprattutto del trek nelle sue colline, che rimane uno dei momenti forti del viaggio.

Ora si tratta di organizzare il passaggio a Bangkok con il pullman notturno che mi lascerà nella bolgia infernale di Khao Sao Road. Qui si concentrano bruttamente tanti visitatori che snaturano ancora più il ghetto del turismo. Purtroppo balzano agli occhi gli aspetti più ignobili del turismo in Tailandia: la massa, il turismo sessuale, l’uso di alcol e di droghe, l’esasperazione commerciale. Per qualche ora sono incuriosito, poi dico basta. Ritorno con la mente alla tranquillità che ho lasciato in Laos… goduta anche nella sua capitale Vientiane.