Il treno per Oltralpe

29 luglio 2000 - Ho deciso da tempo dove andare e quali posti visitare, ma ho rinviato la partenza di un giorno per non partire troppo stanco. Ho un biglietto Interrail valido per un mese e non ho prenotato niente. Parto con il treno da Milano delle 22.15 che arriva a Monaco alle 6.33. Le cuccette sono esaurite e mi tocca uno scompartimento a 6 posti. Non è facile dormire. A Monaco la temperatura è assai bassa. Prendo subito il treno per Augsburg e qui mi presento all'ostello. Non applicano il limite di età dei 26 anni.

Visito la città, il Rathaus con la Golderen Saal, il Duomo e le strade con le case dall'alta facciata. Mangio sulla piazza, poi assisto a un pezzo dello spettacolo multiculturale nella tenda. La ballerina di samba ha una gonna che grazie ai movimenti della danza risale i fianchi e mette in imbarazzo il decano, seduto proprio in prima fila.

Visito le Fuggerei nel pomeriggio. Riposo poi un paio d'ore per recuperare la stanchezza della notte, svegliandomi alle 19, quando ormai non servono più la cena all'ostello. Vado allora al Biergarten dove si mangiano wurst con birra. Conosco in camera due ragazzi della Repubblica ceca che sono qui per lavorare in estate in fabbrica, mentre a casa sono studenti di ingegneria.

31 luglio - Colazione sorprendente! Poi prendo il treno per Donauwörth. Qui sosto per fare il giro della città, visito due chiese, una con elaborate decorazioni tardo barocche e l'altra rimasta gotica. Col treno raggiungo Nördlingen. L'ostello è chiuso fino alle 16.30. Seguo in centro il giro turistico della città che ci porta in alcuni angoli caratteristici: il vicolo dei conciatori, l'ospedale, le case dei commercianti con il magazzino sotto l'alto tetto, la chiesa. Salgo sulla torre Daniel per vedere il panorama e il cratere Ries, lasciato da una meteora 1.500.000 di anni fa.

Dopo essermi registrato all'ostello, faccio il giro delle mura e alla stazione cerco informazioni sulla prossima tappa. Ceno alla Gaststätte sulla piazza, poi rientro entro le 22, ora di chiusura dell'ostello. I miei compagni di stanza sono due tedeschi che viaggiano in bici e progettano di giungere in Val Pusteria.

1 agosto - Dopo la colazione e la pulizia della stanza, prendo l'autobus per Dinkelsbühl. Bella cattedrale gotica e strade acciottolate bordate di case caratteristiche. Alle 14 salgo sul pulman Romantische Strasse per Rothenburg, affollata di turisti, ma molto carina. Non me la sento di affrontare subito il sole e la folla, quindi leggo, poi esco per un giro intorno al centro. Alloggio in una Gasthaus (Zum Ochsen) perché qui e a Würzburg vige il limite d'età per gli ostelli. Mangio crocchette di patate e naturalmente birra nella pensione. Esco nuovamente nella leggerezza provocata dall'abbondante birra. In piazza c'è un suonatore di ballate medievali che, accompagnato dalla chitarra, riempie della sua bella voce lo spazio di fronte al Rathaus. Alle 21 suona l'ora ed escono le marionette che rappresentano la leggenda del sindaco che bevve 3 litri di vino per salvare la città dalla distruzione. È un bel momento: mi manca però l'atmosfera dell'ostello con la sua compagnia giovane.

Un particolare di stamattina: ho incontrato nuovamente quel gruppo di iracheni che ho visto sul treno ieri e abbiamo parlato un po'. Hanno addirittura voluto il mio indirizzo, ma gli ho dato solo quello del lavoro.

I paesini della Romantische Strasse

2 agosto - Anche oggi la colazione è un pranzo e incomincio a preoccuparmi degli effetti di tutta questa sostanza che ingerisco, per non parlare del burro. Anche i panini imbottiti che compro normalmente a mezzogiorno sono ricettacolo di un generoso strato di grasso. D'altra parte queste colazioni sono sazianti e l'effetto copre praticamente il pranzo. Dopo la visita alla St Jakob Kirche con i meravigliosi altare maggiore e del Santo Sangue, prendo il treno delle 10.07 per Würzburg. All'arrivo piove. Lascio il bagaglio al deposito automatico, poi mi addentro nella città, che ha un aspetto più tipicamente tedesco e non più di una perla per turisti. Ci sono tanti bei negozi in un insieme di strade ben arredate e percorse da frequenti tram. Visito la Residenz con la sua scala affrescata dal Tiepolo e le altre stanze splendidamente decorate, ma in gran parte ricostruite dopo le distruzioni belliche. All'uscita mi sento saturo della sovrabbondanza di stucchi barocchi. La visita alla Cappella, nonostante altre due belle tele del Tiepolo, mi dà quindi il colpo di grazia.

È quindi l'ora di mangiare, per stuccarmi questa volta lo stomaco. Completo il giro della città visitando il Duomo, anch'esso ricostruito e per fortuna spogliato durante i bombardamenti dal suo pesante strato di barocco. Non è sorprendente che molto sia stato ricostruito, se si pensa che i danni avevano distrutto il 90% dell'Altstadt. Ho sfogliato le pubblicazioni per cercare le foto della guerra e l'effetto è devastante anche solo nelle immagini. Quanto è stato buttato al vento in pochi anni, quanti secoli di storia e quante testimonianze di cultura e civiltà! Ma ancora oggi la lezione non è servita e si ripetono gli errori dovuti all'uso della violenza. Ricordo la disillusa verità contenuta nella poesia di un ex colonialista, ma ormai sconsolato Kipling in Cities and Thrones and Powers .

Vado verso il ponte pedonale per godere la vista sul Marienberg e sul Meno con le chiatte che lo solcano. Ne osservo alcune inforcare una chiusa per superare il dislivello del corso d'acqua. Alla stazione prendo il treno per Heidelberg. La rete ferroviaria è così fitta che ci sono spesso diversi tragitti per arrivare in un posto. Inoltre i treni sono puliti. Arrivo a Heidelberg e raggiungo l'ostello in bus. In stanza mi intrattengo con un tedesco, prima di andare alla piscina dove si può mangiare.